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Marzo 21, 2022

Effettivamente è il concetto che trovo più difficile da spiegare, o meglio da far digerire.

Abbiamo appena preparato un video per il canale YT, con alcuni esempi, uscirà tra qualche giorno, magari aiuterà.

Proverò qui in scrittura a aggiungere suggestioni.

Il grande Antonin Artaud, nel suo Il teatro e il suo doppio, parla dell’atleta del cuore.

L’attore come l’atleta del cuore.

Che atleta e acrobazia abitano gli stessi spazi nella mente dell’uomo, mi permetto di non spiegarlo direttamente, quindi osserviamo il salto in alto per esempio. Quel genio di Fosbury, quando si è inventato quell’acrobazia per vincere l’oro ha incarnato l’atleta del cuore. L’attore si dovrebbe ispirare a Fosbury.

L’atleta del cuore è quello che ti fa saltare il cuore. L’atleta olimpionico e l’eroe del mito, l’eroe de “Il viaggio dell’eroe”, sono figure sovrapponibili. Si rimane in silenzio, con il cuore sospeso quando l’atleta salta, come quando l’eroe incontra il drago.

Noi viviamo con l’eroe come viviamo con l’atleta. Viviamo dei nostri eroi.

Attore se vuole far vivere il suo spettatore e quindi rimanere vivo nella mente dello spettatore, deve guardare a loro.

E quindi, come si fa? Dobbiamo iniziare a correre? Beh come idea di partenza non è male. 

Ma possiamo fare di meglio.

Andiamo all’essenza. L’acrobazia per l’attore è quel gesto estremo, quel mettere completamente tutti il corpo in crisi per saltare più in alto di tutti.

Anna Magnani, Roma città aperta, la scena dell’uccisione di Pina, tutto quanto la Magnani fa.https://www.youtube.com/watch?v=-5MMIMKhJNs

Klaus Kinski, Fizcarraldo, la scena in cui sale sul campanile per suonare la campana a mano.https://www.youtube.com/watch?v=1Y63784JvYA

Sono esempi di acrobazie esternate.

Ian McKellen in Macbeth, scena “tomorrow, and tomorrow…https://www.youtube.com/watch?v=4LDdyafsR7g

È un esempio di acrobazia controllata.

Lo so non avete afferrato il concento pienamente, avete solo intuito, una luce là in fondo, oggi avete fatto un passo verso di lei. Bene era più di quanto speravo.

Meditate, anche se non afferrate completamente, col tempo, piano piano capiremo, capiremo tutti.

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CLAUDIO VITA
Petritoli, FM

Claudio Vita, si potrebbe anche dire che si occupa da 22 anni di recitazione, senza mentire. Ci manterremmo nel campo della verità se dicessimo che 22 anni fa ha cercato e alla fine trovato grandi maestri. Li ha ascoltati, ha assorbito quanto poteva e per 22 anni ha digerito. Ma possiamo anche fingere e dire che di lui non sappiamo niente e ci allineeremmo alla stragrande maggioranza di voi. Claudio Vita non lo conosce quasi nessuno, e anche quei pochi, lui fa del tutto per evitarli. Sogna una vita in incognito per 23 ore al giorno. Poi affiora quella misera ora in cui si abbandona al prossimo. In quella breve ora concentra tutta la sua socialità. Scrive, organizza a volte incontra e parla. Decisamente in quelle poche ore parla, parla di continuo. Se vi capita di incontrarlo sperate che sia nelle 23 ore di silenzio, altrimenti siete fregati. Tutto il resto che si sa su di lui, è pronto a ritrattarlo per un piatto di lenticchie. Ha più di 40 anni e meno di 50. Un frico.