Cinema per addetti ai lavori formazione attori di Cinema

Fare Cinema fare gli Attori! Basta con le scuole di Cinema

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Settembre 30, 2024

La vera preoccupazione degli attori o aspiranti tali non è la formazione. La formazione è in generale una palla e sapete che vi dico? Vi capisco, e sono d’accordo! Bisogna cambiare.

Non sono ironico, sono serio. Noi umani siamo trascinati dalle emozioni, dai desideri dalle storie e la parte razionale è relegata a pochi momenti durante la giornata. Il Cinema esiste grazie alla parte emotiva.

Se fossimo esseri puramente razionali, non andremmo mai ad assistere ad un evento completamente finto, immateriale.

Quando vuoi diventare attore hai il desiderio di fare, di andare dove si fa e fare. Ci si deve prima sporcare con la materia e poi, semmai si studia. Sembra irrazionale, ma è umano.

Quindi o ripensiamo completamente il nostro approccio verso gli attori o smetteremo di offrire formazione. Partiremo dal Fare.

Abbiamo capito che noi non possiamo competere con le altre scuole perché siamo animali diversi, un’altra specie, e lo dobbiamo dimostrare anche nei fatti, quindi aspettatevi qualcosa con un approccio completamente diverso o non aspettatevi niente.

Dopo aver avuto durante l’estate le ennesime conversazioni con attori e attrici, o desideranti tali, che si trovano in questa stanza d’attesa che è ormai diventata la loro professione. Ho avuto questa immagine di una folla di migliaia di persone accampate alla meglio fuori da una fortezza che abbassa il ponte elevatoio 5 minuti al giorno per far entrare una persona sola. E tutti che ogni giorno sperano sia la volta buona.

Questo è grosso modo il piano strategico della massa, della maggioranza di quelli che si definiscono attori, o che dichiarano di essere attori, che vorrebbero essere attori, lavorare come attori, avere la loro carriera: si preparano, si ingegnano ad… aspettare.

E qui muoiono i loro sogni, qui abbandonano con la tristezza di non averci neanche potuto provare.

Sì ma senza formazione dove vai? Farai del cinema che non interessa a nessuno etc.

Lo so, ma chi ha detto che per iniziare, per capire bisogna far subito bene? La recitazione è un gioco, almeno all’inizio e tale deve essere, allora come quando da bambino abbiamo iniziato a giocare a scacchi o a pallone o risiko o a palla avvelenata o a tennis, eravamo delle “schiappe”, si diceva dalle mie parti, ma giocavamo, provavamo senza la pressione della performance.

Poi succedeva che quelli bravi andavano a formarsi.

Adesso non voglio con questo discorso sputtanare o banalizzare un’arte, un mestiere come quello dell’attore, ma voglio tornare al bambino che ha un desiderio, perché le persone che incontro in questo mestiere sono dei bambini, di 20, 30, 60 anni che vogliono giocare al Cinema, e sognano un giorno di vincere. Per me il gioco è sacro. Va preso seriamente.

Inoltre noi non sappiamo aspettare senza fare e le sale di attesa ci mettono tristezza.

Ripeto, aspettatevi da noi qualcosa con un approccio completamente diverso o non aspettatevi niente.

Ci sentiamo presto.

C.Vita

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CLAUDIO VITA
Petritoli, FM

Claudio Vita, si potrebbe anche dire che si occupa da 22 anni di recitazione, senza mentire. Ci manterremmo nel campo della verità se dicessimo che 22 anni fa ha cercato e alla fine trovato grandi maestri. Li ha ascoltati, ha assorbito quanto poteva e per 22 anni ha digerito. Ma possiamo anche fingere e dire che di lui non sappiamo niente e ci allineeremmo alla stragrande maggioranza di voi. Claudio Vita non lo conosce quasi nessuno, e anche quei pochi, lui fa del tutto per evitarli. Sogna una vita in incognito per 23 ore al giorno. Poi affiora quella misera ora in cui si abbandona al prossimo. In quella breve ora concentra tutta la sua socialità. Scrive, organizza a volte incontra e parla. Decisamente in quelle poche ore parla, parla di continuo. Se vi capita di incontrarlo sperate che sia nelle 23 ore di silenzio, altrimenti siete fregati. Tutto il resto che si sa su di lui, è pronto a ritrattarlo per un piatto di lenticchie. Ha più di 40 anni e meno di 50. Un frico.