Vive d’arte, il Cinema.
Stavo rivedendo la scena dello specchio e della buona notte da Nosferatu di Herzog, questo è il link.
Questa scena, come tutto il film del resto, è magistrale, è scuola da molti punti di vista.
Ne prendo uno. La magia dell’arte rispetto alla monotonia della realtà. Per realtà intendo qualsiasi fenomeno non interferito dall’occhio umano, (tralasciamo la discussione che c’è tra i pensatori sull’esistenza di una tale realtà), quella che alcuni chiamano la realtà oggettiva.
Per magia dell’arte intendo invece, quel fenomeno che l’arte produce nella mente dello spettatore.
Questa scena è magistrale anche, e forse soprattutto, nella magia che manifesta.
Veniamo sospesi dall’immagine nello specchio, presi dagli stessi fili che muovono questa danzatrice, paralizzati dall’ombra che ci regala questa luce messa ad arte a dir poco.
Inorriditi dal tono gentile e dalla grazia con cui queste mani luciferine, vengono sollevate appese ad una corda invisibile d’impiccato.
Siamo nella magia dell’arte, dell’artefatto, del fare nel Cinema. Il Cinema che evoca la paralisi con il suo contrario, la danza. Il Cinema che evoca il terrore usando lo zucchero.
Lo capite che l’aspetto gotico, horror di questa scena scatta nella mente dello spettatore per lo stile, per l’arte quindi? Per il significato che noi diamo alle forme, o alle ombre, lo capite che l’attrice in questa meravigliosa performance, sta traducendo in forma, quindi movimento, l’emozione dilatata che la scena suscita dentro di noi?
Se raccontassimo in maniera fredda realista questa scena, potremmo dire “con movimenti delicati un signore entra in una camera e si presenta ad una ragazza che si pettina allo specchio”
Nella sostanza in questa scena non c’è materiale violenza o aggressività se non fosse per quelle unghie intimidatorie in sé, e non nell’uso o nel movimento, che al contrario, sono portate con una dolcezza estrema.
Nel manuale cito la “corsa dei contrari” di E.Barba. La corsa dei contrari domina questa scena ed è un fenomeno tutto umano, tutto psichico. Questa composizione cinematografica ne è pura espressione. Non di realtà il Cinema è fatto ma d’arte.
Colgo l’occasione per ricordare l’immenso Klaus Kinski, che come attore ha da insegnare sempre e tanto, soprattutto quando diretto dal pari valore Werner Herzog