Cinema per addetti ai lavori

Ancora sul Personaggio, questo incompreso

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Aprile 28, 2022

chi mi conosce sa che spiego sempre agli attori di dimenticarsi del personaggio, probabilmente molti mi ascoltano ma non sono convinti. D’altronde come potrebbero, sono anni, decadi, che sentono parlare di personaggi. Non possono credere a me che voglio eliminarli.

Proviamo a fare chiarezza, cerchiamo il K.O. che non lasci spazio a discussioni.

Non è che il personaggio non esiste, il personaggio esiste eccome. Ma non è competenza dell’attore. O almeno non è la sua preoccupazione principale, l’attore è responsabile del personaggio di un 5-10%.

Come, come?

Sì. La responsabilità del personaggio sta principalmente nello sceneggiatore, poi nel trucco e parrucco, poi nella costumista, poi nel compositore della colonna sonora, nel cameraman quando scegli lenti, inquadrature e movimenti di camera. Sta poi nel regista che dirà dove e quando fermarsi sulla scena, sta allo scenografo, e poi allo sceneggiatore, l’ho già detto? beh lo ridico. Lo sceneggiatore.

Poi se proprio rimane un po’ di spazio, che nessuno per mancanza o impotenza ha coperto, in quel caso può anche intervenire l’attore, se ha tempo…

Perché l’attore deve concentrarsi sul fare il “suo”. Il SUO. 

Il SUO dell’attore è lo starci. È raccontare esotericamente una propria storia. Per esotericamente intendo non palese, una storia nascosta. Deve raccontare una storia, muoversi negli spazi, nelle direzioni  e nei tempi decisi con il regista, fare quanto scritto eventualmente nella sceneggiatura, e poi seguire la propria partitura interna, per quei 30, 40 o 100 secondi di take che siano.

Manciate di secondi, un take di media non dura di più (a meno di non essere un long in qual caso l’attore ha ben altri problemi di cui occuparsi…).

In una manciata di secondi capite che non ha senso cercare di fare il personaggio? Non ha senso, piuttosto state fermi, controllate lo sguardo, mantenete le diagonali, se avete delle battute decidetene e controllatene il tono in base alla storia interna, se dovete fare un’azione fatela ad arte. PUNTO. Basta. E credetemi, non è poco.

Volete delle prove? Sono davanti ai vostri occhi ogni volta che guardate un film recitato in maniera decente. Per eccesso di sicurezza andate a pescare tra i grandi film o registi: Tarantino, Cohen, Lynch, Leone, Tornatore, Herzog, Fincher, Spielberg, Anderson etc.

Andate da loro. Prendetevi un film a caso diretto da questi, prendete una scena a caso, separate i take, i singoli take e segnatevi cosa esattamente l’attore sta facendo, ripeto, cosa realmente l’attore FA. 

E avrete le prove.

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CLAUDIO VITA
Petritoli, FM

Claudio Vita, si potrebbe anche dire che si occupa da 22 anni di recitazione, senza mentire. Ci manterremmo nel campo della verità se dicessimo che 22 anni fa ha cercato e alla fine trovato grandi maestri. Li ha ascoltati, ha assorbito quanto poteva e per 22 anni ha digerito. Ma possiamo anche fingere e dire che di lui non sappiamo niente e ci allineeremmo alla stragrande maggioranza di voi. Claudio Vita non lo conosce quasi nessuno, e anche quei pochi, lui fa del tutto per evitarli. Sogna una vita in incognito per 23 ore al giorno. Poi affiora quella misera ora in cui si abbandona al prossimo. In quella breve ora concentra tutta la sua socialità. Scrive, organizza a volte incontra e parla. Decisamente in quelle poche ore parla, parla di continuo. Se vi capita di incontrarlo sperate che sia nelle 23 ore di silenzio, altrimenti siete fregati. Tutto il resto che si sa su di lui, è pronto a ritrattarlo per un piatto di lenticchie. Ha più di 40 anni e meno di 50. Un frico.