Cosa si intende per “il cinema è composizione fotografica”.
Intendiamo considerare le due cose come sovrapposte e quindi seguiamo le regole della seconda per organizzare il primo.
Fotografia, viene da scrivere con la luce, quindi nella fotografia la luce ha un posto regale.
Idem nel cinema non potete immaginare quanto la luce sia fondamentale, nel suo colpire, abbracciare selettivamente, tutto quanto è nell’inquadratura.
E dico selettivamente, perché proprio il vario dosaggio di luce, determina l’altra componente importante, l’ombra.
Quindi come attori dobbiamo imparare a disporci plasticamente in scena, farci condurre per mano dalla propria storia interna verso la luce o verso l’ombra.
Ogni take è una serie precisa di foto, quadri che componiamo insieme agli altri attori, agli oggetti e alla luce. Le azioni sono le cuciture i passaggi, il legame tra una foto e l’altra. Le parole sono solo un po’ di rumore di fondo.
Per chi ha letto il libro o comunque anche per chi non lo ha fatto andatevi a vedere questo video (Matrix)
Osservate quest’altra scena presa da “Il signore degli anelli”, lasciate stare la storia e concentratevi su come si muovono gli attori in scena. Su come dividono lo spazio simmetricamente, quando si muovono in gruppo sia Gandalf il bianco e i suoi, sia l’altro gruppetto di soldati. Guardate come tutti assolutamente ben disposti, sullo sfondo, anche se fuori fuoco, assistono all’atto di esorcismo di Gandalf, l’uso degli sguardi di tutti i protagonisti da metà clip in poi, tutti fissi, pochissimi punti di fuoco, e corpi fermi o quasi, per tempi lunghi, per dare il tempo all’ascoltatore di respirare, di godere dell’emozione raccontata. Ho usato “ascoltatori” non a caso, ricordatevi che tutto il nostro amore per le storie nasce decine di migliaia di anni fa, quando intorno al fuoco raccontavamo le vicende di caccia della giornata trascorsa. A quel tempo le immagini erano stimolate nella nostra mente dalle fiamme danzanti, dalle pause nel racconto e dal tono. Siamo ancora assetati come allora, di rivivere dentro di noi nuove avventure accanto al fuoco.
Stessa attenzione in questa scena di “Four rooms”, guardate alle posizioni, tutti ben organizzati nello spazio (condizione necessaria al linguaggio fotografico), di come si appoggiano alle diagonali i quattro intorno a Tim Roth. Di come lui, Tim Roth, tenga tutta la scena come una marionetta e in eccesso di energia, il primo piano su di lui, mentre vaglia la proposta dei mille dollari… guadate cosa FA! E se vi dico che l’uscita di scena danzata di Tim Roth è stata composta fotograficamente ed una marionetta spudorata… mi capite?
Saltiamo su altro genere, prendete in Malena di Tornatore, la scena della sigaretta.
Cinema! Nient’altro che l’arte del Cinema. Personale interpretazione della realtà, e dimostra che anche la Bellucci, quando ascolta un fine regista e segue esattamente quello che le si spiega, riesce. E questa scena è pura composizione, tutti gli attori nella scena, anche le comparse si muovono come da copione, provato e riprovato per far succedere di fronte alla telecamera, continuamente in movimento, esattamente quello che vedete sullo schermo: una serie di ben studiate fotografie per raccontare al nostro dentro cosa si prova per Marlena! Il tutto condito da una colonna sonora che da colore al tutto.
Mi preme sottolineare che quelle citate sono sono scene prese a caso nella mia memoria, non vado su Sergio Leone o Fellini o Kubrick e tanti altri di cui spero in futuro parleremo, altrimenti non finiamo più…
Cerco di saltare da genere a genere cercando di farvi capire che non conta il tipo di film, se fatto a regola d’arte, segue le solite regole dell’arte, sempre quelle.
Ad oggi vi dico:
- l’ispirazione principale, dell’attore nel suo muoversi, sia la pittura moderna da Giotto in poi,
- per abbracciare la luce, può iniziare e (volendo anche finire) con Caravaggio, o Apocalypse Now, dal quale è stato ispirato per la fotografia, appunto.
- per il suo sentire interno sia la poesia tutta, da Omero in poi, o la pittura da Van Gogh in poi.
Scendiamo ancora di più nel didascalico, terra terra.
L’attore deve imparare tutte le regole del posizionarsi di fronte alla camera, le regole delle diagonali, dell’azione corporea, della marionetta e dell’acrobazia. Saper governare lo sguardo e dosare il respiro.
Poi deve allenare il cuore per la propria storia interna, e per “in-tonare” la voce.
Tutto qui, facile no?
No. Perché tutto da fare!
Forza.
ClaudioVita
Ps
potrebbe aiutarvi a comprendere ancora di più lo stretto legame tra Cinema e Fotografia, se interponeste tra i due, le cosiddette Graphic Novel, chiamiamoli qui i fumetti d’Autore.
I fumetti d’autore, seguono moltissime delle regole della cinematografia, inquadrature, punti di vista, color, e soprattutto, composizione di oggetti e personaggi nello spazio chiuso del quadro.
Non a caso le due forme espressive nascono negli stessi anni, ultima decade dell’ ‘800. (Salvo il fatto che la narrazione per immagini esiste da quando l’uomo ha iniziato a graffiare le sue storie su mura di pietra.)