Cinema per addetti ai lavori

Nel mondo di IA a cosa servirà recitare? Esisteranno più gli attori?

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Maggio 12, 2022

blog articolo IA 12 maggio

In un articolo qualche giorno fa ho letto che il sindacato degli attori in qualche paese anglosassone sta promuovendo delle azioni per contrastare l’uso dell’intelligenza artificiale a danno del lavoro degli attori.
Un brivido corre lungo la schiena di chi vive in questo settore e lo capisco, per quanto ancora serviremo a qualche cosa?
Per millenni la società umana si è basata sul servizio, in tanti più sapienti di me in materia, ci spiegano che una persona che non serve a niente non ha un motivo per vivere. O meglio per vivere abbiamo bisogno di un significato, di un senso. Pare abbiamo più bisogno di un senso che di mangiare.
Il filosofo dice che chi ha un perché per vivere, può sopportare un qualsiasi come.
Bene.
O meglio non lo so se bene o male, ma così siamo fatti, almeno pare.

Mmm… allora quando i robot controllati da IA sostituiranno tutti i nostri mestieri, quindi anche la recitazione, cosa ne sarà del nostro senso?
Soprattutto che ne sarà gli attori di cinema che in pratica tutto quanto fanno si riduce ad un prodotto digitale?

Il digitale è la stoffa di cui IA è fatta o da cui è nata… il suo territorio, se non saranno proprio gli attori i primi a subirne la competizione saranno sicuramente tra i primi.

E qualcosa mi dice che come razza umana saremo più propensi culturalmente a far entrare nelle nostre vite un film realizzato completamente al computer, che ad entrare in un taxi senza tassista.
E sicuramente in un futuro breve, brevissimo useremo tranquillamente i taxi senza tassista…

Attori di Cinema!!! Cosa ne sarà di voi?!

Bella domanda.
Proviamo a dare una risposta, e ripeto proviamo, perché non mi sento per niente tranquillo a fare previsioni sul mondo del 2030.
Provo solo a ragionare per principi fondamentali.

Gli attori sono di base, degli story teller. Gli esseri umani vivono di storie e le storie nascono dall’esperienza psichica umana. Non mi dilungo su questi concetti, in tanti ne hanno già scritto, dateli per buoni e basta per adesso.

Quindi la domanda vera è, sarà IA realmente capace di raccontarci storie come se esse nascessero dalla psiche umana?

Dall’enciclopedia Treccani al termine psiche leggo: “…si riconduce all’idea del ‘soffio’, cioè del respiro vitale; presso i Greci designava l’anima in quanto originariamente identificata con quel respiro.”

Quindi finché IA non avrà un anima non potrà emozionarci con storie?
Io azzardo un no. Non potrà. Potrà sì, scrivere tanta di quella roba da consumo che possiamo definire come cinespazzatura, le Tv e anche i vari Netflix ne sono pieni, e conseguentemente tutti o quasi quei lavoratori del settore verranno sostituiti…
Molto probabilmente.
Ed io verserò poche lacrime, molto poche.

A quel punto serviranno solo i grandi storyteller, grandi autori, siano essi attori registi musicisti etc. Tutti quelli che avranno imparato a far vibrare le anime.

Altro aspetto da considerare, gli effetti che la recitazione ha sull’attore.
Io dico sempre che il teatro oggi serve solo agli attori. Intendo che il teatro ha senso solo per chi lo fa. Il teatro è un formidabile mezzo per scoprire se stessi, guarire se stessi e esprimere se stessi, almeno il teatro che ho in mente io, quello dei grandi teorici da Artoud a Bene per capirci. Ma non è il teatro, è la recitazione.

È la recitazione, questa magia.

Quindi servirà recitare nel 2040? Per me la risposta è sì. Servirà all’uomo. Come abbiamo scoperto negli ultimi anni, i benefici dell’allenamento personale, in futuro scopriremo la recitazione. O come le tanto osannate discipline orientali…

Poi se sarete dei grandi attori allora servirete anche agli altri.

Buona fortuna, di quella fortuna che aiuta gli audaci!

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CLAUDIO VITA
Petritoli, FM

Claudio Vita, si potrebbe anche dire che si occupa da 22 anni di recitazione, senza mentire. Ci manterremmo nel campo della verità se dicessimo che 22 anni fa ha cercato e alla fine trovato grandi maestri. Li ha ascoltati, ha assorbito quanto poteva e per 22 anni ha digerito. Ma possiamo anche fingere e dire che di lui non sappiamo niente e ci allineeremmo alla stragrande maggioranza di voi. Claudio Vita non lo conosce quasi nessuno, e anche quei pochi, lui fa del tutto per evitarli. Sogna una vita in incognito per 23 ore al giorno. Poi affiora quella misera ora in cui si abbandona al prossimo. In quella breve ora concentra tutta la sua socialità. Scrive, organizza a volte incontra e parla. Decisamente in quelle poche ore parla, parla di continuo. Se vi capita di incontrarlo sperate che sia nelle 23 ore di silenzio, altrimenti siete fregati. Tutto il resto che si sa su di lui, è pronto a ritrattarlo per un piatto di lenticchie. Ha più di 40 anni e meno di 50. Un frico.