FUNERALE DI ATTORI SELVAGGI
dovrei scrivere un elogio funebre, potrei iniziare con “Amici, romani, concittadini…”
ma no, oggi no, oggi invece che per poesia procediamo per immagini.
E come immagini ho una croce su cui inchioderemo un nome, un’idea.
E la mettiamo in croce prima e tumuleremo in un sepolcro poi, non tanto per la crudeltà, o per la sacralità, ma solo per la speranza che risorga in una nuova luce.
Attori Selvaggi viene crocefisso, immolato in attesa della resurrezione, forse.
Cambiamo strada, siamo fatti così. Ci piace sacrificare per cambiare, godiamo proprio nell’abbandonare il vecchio per il nuovo.
Produciamo calorie divorando carne e progetti, bruciamo i vestiti di ieri per una nuova armatura.
Cambio casa, numero e quartiere, diceva una canzone del secolo scorso, cambiamo perché respiriamo, cambiamo perché ci eccita, ci sentiamo vivi quando rinnovati.
Di attori selvaggi teniamo nel cuore la non civilizzazione, e tutti gli amplessi che ci sono voluti per concepirlo.
A Dio!
Da oggi passiamo al Rosso, passiamo al sangue. Il selvaggio che era in noi, ha attraversato la cascata che bloccava l’uscita dalla sua caverna e ha incontrato lo sconosciuto che era e non sapeva ancora.
Il Rosso.
Il Metodo Rosso, ha preso coscienza di sé.
D’ora in poi chiamateci con questo nome, e abituatevi alla nostra nuova voce. Alla nostra nuova lingua.
Parleremo di storie interne, di dolori, di solitudini e di attori che s’intendono di rosso, che fanno il rosso.
Attori che diventeranno Sangue.
Sì i nostri sforzi saranno per proseguire la strada verso il guerriero, formeremo l’armatura parte su parte, ci dedicheremo alle parti venute dalle storie, alle partiture generate dalle poesie. Precipiteremo nella tana del Bianconiglio e ne usciremo solo quando non ne potremo più.
Seguiteci se ne avete il coraggio.
P.S.
Per Attori Selvaggi non opere di bene, ma fiori, fiori al vento!