Cinema per addetti ai lavori

La Masterclass perché

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Dicembre 20, 2022

Sul sito redmethod.com nella presentazione della masterclass ho scritto, non è il pubblico che vede, ma l’attore e/o il regista che fanno vedere, citando una lezione di J. Cameron.

Ecco, la mia percezione è che nelle scuole di Cinema che si possono trovare in Italia, generalizzando ovviamente, mancano le componenti più importanti e cioè i principi fondanti del Cinema e della recitazione come linguaggio. Per principi io intendo proprio le istruzioni, di come materialmente si mette su una parte, dalla sceneggiatura al set, e queste istruzioni devono soddisfare i principi del Cinema, dello storytelling cinematografico, che sono Storia Straordinaria, Fotografia e Sound.

Lettori, aspiranti attori, cineasti, potete inventarvi quello che vi pare ma per fare il grande Cinema da questi principi non si scappa. Non si può scrivere una poesia se si è analfabeti, come si può pretendere di essere attori di Cinema se non si sa come il Cinema si esprime? Come si può pensare di scolpire il David se non si sa come funzionano il martello, lo scalpello e la pietra?

Eppure la maggior parte degli attori che ho conosciuto, quando si trova una sceneggiatura davanti, non si pone le giuste domande, piuttosto pensa al personaggio, pensa a ricordarsi le battute a memoria, potremmo dire che è la versione 3.0 della preparazione della recita della scuola dell’infanzia… invece di creare una Storia Straordinaria o di partire da una posizione del corpo!

Eh sì, mi spiace ma diventare un grande attore di Cinema vuol dire essere un grande narratore di storie, poi sapere come ci si mette in posa, avere il controllo del proprio corpo nell’inquadratura, nella fotografia, ed in fine, last but not the least, saper accordare il tono della propria voce e il silenzio alla propria storia.

L’attore nel Cinema fa parte di una macchina dai molteplici ingranaggi che hanno tutti la stessa funzione, la stessa missione, lo ripetiamo, evocare nella mente dello spettatore una storia straordinaria.

E l’attore deve sapere cosa deve fare nel dettaglio, conoscere il proprio posto, le proprie possibilità e i propri doveri nella realizzazione di questa fantastica alchimia di qualche ora. E questo è quello che io ricerco da decenni, nel Red Method spiego i risultati della mia ricerca nella natura della recitazione.

Nelle formule che legano attore e storytelling, perché ho ascoltato grandi maestri, osservato grandi attori nel loro fare. Ne ho dedotte le meccaniche e ridotte ai minimi termini. E ancora ricerco, qui non si finisce mai, io stesso so che ancora ho molta, moltissima strada nel “fare” il Cinema, perché saper preparare gli attori è solo una parte, fondamentale, ma sempre una parte e da sola non basta.

E nel frattempo troppi aspiranti attori in Italia sono fuorviati da un sistema malato e malconcio, e la maggioranza di essi confondono il mestiere dell’attore con una vita a cercare di vincere qualche provino.

Confondono il Cinema con una vita dietro ai casting. Sembrano cercatori di tesori perduti nei fondali…

Quando il Cinema andrebbe prima capito e poi fatto. Fatto!

O meglio ancora, sperimentato e studiato mentre si fa, e poi semmai, un giorno, capito.

Forse queste cose non ve le ha mai dette nessuno… lo so. Quando si parla del lavoro dell’attore si ascoltano cose come il calarsi nel personaggio, dizione, riscaldamento… Qui no. Qui ci si rivolge agli addetti ai lavori.
Quindi ora potete o abbandonare la lettura e tornare a fare altri 300 casting nei prossimi 10 anni e dimenticarvi di me, fidatevi sopravviverete benissimo lo stesso.

Oppure… continuare, e magari scoprire cosa c’è in questa benedetta tana del bianconiglio.

Continuiamo?

Bene, continuiamo!

Quindi? Quindi nel Red Method io spiego le tecniche e i segreti della recitazione e come adattarli allo storytelling cinematografico. Tra i due livelli saranno più di 6 ore dense di concetti e informazioni che vi prenderanno qualche mese per essere capiti. Poi, invece, il tempo per essere incorporati dipenderà da quante possibilità vi creerete per metterli in pratica, da quanto set farete. Perché la scuola definitiva è il fare.

Sicuramente se seguite a fondo il corso e se poi le varie attività che proporremo di formazione o di produzione, potete tranquillamente risparmiarvi un sacco di tempo, kilometri e soldi nelle varie scuole di recitazione, e investire invece tutte queste energie nella fondazione di quelle che io chiamo compagnie cinematografiche. Che sono l’unico modo per fare Cinema, il proprio Cinema, per ritrovarvi alla fine dei giorni sul letto di morte e poter dire “l’ho fatto”.

Per concludere riprendo l’idea del Cinema come alchimia, preziosa alchimia, un film dovrebbe essere un’esperienza di un paio d’ore che trasforma. Per capirci, se uscite da un Cinema uguali a come siete entrati allora non avete visto un film.

E dato il periodo dell’anno di questo articolo, parafrasando Eduardo, non prendetevela con il Cinema quando assistete ai famigerati cine-panettoni o similari, perché il Cinema in quei film non c’è mai stato.

Ai pochi, vi aspetto nell’area riservata di theredmethod.com

Bonne chance!

Claudio Vita

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CLAUDIO VITA
Petritoli, FM

Claudio Vita, si potrebbe anche dire che si occupa da 22 anni di recitazione, senza mentire. Ci manterremmo nel campo della verità se dicessimo che 22 anni fa ha cercato e alla fine trovato grandi maestri. Li ha ascoltati, ha assorbito quanto poteva e per 22 anni ha digerito. Ma possiamo anche fingere e dire che di lui non sappiamo niente e ci allineeremmo alla stragrande maggioranza di voi. Claudio Vita non lo conosce quasi nessuno, e anche quei pochi, lui fa del tutto per evitarli. Sogna una vita in incognito per 23 ore al giorno. Poi affiora quella misera ora in cui si abbandona al prossimo. In quella breve ora concentra tutta la sua socialità. Scrive, organizza a volte incontra e parla. Decisamente in quelle poche ore parla, parla di continuo. Se vi capita di incontrarlo sperate che sia nelle 23 ore di silenzio, altrimenti siete fregati. Tutto il resto che si sa su di lui, è pronto a ritrattarlo per un piatto di lenticchie. Ha più di 40 anni e meno di 50. Un frico.